Non sono certo nuovo nel mondo dei blog. A metà degli anni 2000 ero arrivato a gestirne almeno 3 contemporaneamente. Altri tempi e altre situazioni, certo: ero uno studente universitario, abitavo a Roma, avevo tante idee e anche del discreto tempo a disposizione per elaborarle e metterle nero su bianco. Il contesto ambientale era anche favorevole: la blogosfera era vivace, non c’erano i social (Mark Zuckerberg non era neppure ancora iscritto ad Harvard) e si cominciava ad accostare sempre più spesso il suffisso “2.0” a parole come Web, Marketing, Business, Consumatore.
La premonizione: “Studierai informatica o ingegneria”
“Studierai informatica o ingegneria” dicevano amici e parenti, talmente convinti e compiaciuti della loro premonizione da non considerarla neppure tale. Una certezza, dicevano, confermata dal fatto che fossi appassionato di tecnologia. Mi avevano visto spesso davanti a un computer e tutti si aspettavano di vedermi tra numeri, equazioni, integrali e migliaia di righe di codice.
Invece stupii tutti e mi iscrissi a Scienze della Comunicazione, indirizzo Comunicazione Istituzionale e d’Impresa.
“Testa matta, si iscrive a una facoltà facile perché non ha voglia” aggiunsero commentando, quasi tutti convinti che il mio fosse un passivo e disimpegnato accesso alla moda del momento, a quelle scienze delle merendine che ha creato – non si può negare – migliaia di laureati illusi e poi disillusi nel breve volgere di qualche anno.
I miei primi blog: Tech’n Roll e SocialMediaMarketing.it
La tecnologia mi ha sempre continuato a interessare senza sosta ma non mi eccitava tanto il suo funzionamento più intimo. Ho trovato più sexy e vicina ai miei interessi la dimensione sociologica della tecnologia e la sua influenza nel quotidiano. Insomma, non mi sono pentito del percorso scelto e nel 2005 ho aperto Tech’n Roll (curiosamente: stesso indirizzo di questo blog): un diario personale in cui cercavo di costruire e dare forma alla mia idea di comunicazione in un contesto tecnologico in cambiamento. Ormai quel blog, con tutte le sue interazioni e i suoi pensieri è andato perduto (bravo idiota che hai messo i backup chissà dove!) e ne rimane traccia nella Rete soltanto grazie a Wayback Machine.
Quando il blog personale ha cominciato a starmi stretto mi sono reso conto di essere pronto per il passo successivo: nel 2009 insieme a Jose Gragnaniello ho aperto SocialMediaMarketing.it, più strutturato di un blog personale e più simile a un laboratorio e a un osservatorio sul nascente mondo dei social media. Su SMM ho scritto per qualche anno prima di abbandonarlo, preso dalla vita di ogni giorno. Per fortuna Jose l’ha continuato a portare avanti, trasformandolo nel tempo e sapendolo adattare alle nuove esigenze.
Serviva proprio un altro blog, e perché proprio adesso?
Sto vivendo una fase personale e professionale che sotto tantissimi aspetti ha cambiato e sta cambiando la mia vita. I social media non mi appassionano più, Facebook non lo vedo come un luogo giusto dove esprimermi e Twitter non l’ho mai davvero considerato. Linkedin potrebbe essere usato meglio, ma ho paura che stia aumentando il rumore di fondo e che i contenuti davvero validi siano sempre più nascosti e difficili da scovare.
Negli ultimi mesi ho riflettuto e ho riletto quello che sono riuscito a recuperare di quanto ho scritto in passato: è incredibile vedere la propria evoluzione, come sono cambiate le mie idee sul business, sulla tecnologia e sul marketing. Come si sono modificate e adattate man mano che aggiungevo esperienze alla mia timeline. Ho realizzato di avere bisogno di un posto mio, dove condividere le esperienze e i pensieri in maniera più seria di quanto si possa fare oggettivamente in poche righe su un social.
Voglio poter rileggere tra 2 anni il me di oggi e dirgli “wow, quella cosa alla fine l’hai fatta davvero”, ma anche “che idee banali avevi nel 2020”. E credo di essere abbastanza a mio agio nell’affermare che dirò entrambe.